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CRONOLOGIA DELL'OPERA SCIENTIFICA DI ENRICO FERMI 323
Einstein. Fermi spicca nettamente per la sua capacità di individuare gli sviluppi fisici più
interessanti. Nel breve saggio: Le masse nella teoria della relatività, nel quale sottolinea
come "La grandiosa importanza concettuale della teoria della relatività" e il dibattito
filosofico sui fondamenti cui aveva dato luogo "hanno forse un po' distolta l'attenzione
da un altro suo risultato che, per esser meno clamoroso e, diciamolo pure, meno para-
dossale, ha tuttavia nella fisica conseguenze non meno degne di nota, ed il cui interesse è
verosimilmente destinato a crescere nel prossimo svilupparsi della scienza. Il risultato a
cui accenniamo è la scoperta della relazione che lega la massa di un corpo alla sua ener-
gia". Dopo aver sottolineato le potenziali quantità di energia contenute in un grammo
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di materia in base alla relazione E = mc , Fermi prosegue: "Non appare possibile che,
almeno in un prossimo avvenire, si trovi il modo di mettere in libertà queste spaventose
quantità di energia, cosa del resto che non si può che augurarsi, perché l'esplosione di
una così spaventosa quantità di energia avrebbe come primo effetto di ridurre in pezzi il
fisico che avesse la disgrazia di trovare il modo di produrla."
In questo periodo Fermi si reca a Gottingen presso Max Born con una borsa di stu-
dio del Ministero della Pubblica Istruzione. Là conosce Werner Heisenberg e Pascual
Jordan, e probabilmente anche Wolfgang Pauli, ma non stabilisce particolari legami con
questo ambiente rimanendo piuttosto in disparte. Nel 1923 Fermi pubblica una serie di
lavori sulla meccanica analitica, in particolare l'articolo Dimostrazione che in generale
un sistema meccanico normale è quasi ergodico che viene molto apprezzato da Paul Eh-
renfest, uno dei maggiori esperti, con Einstein, di meccanica statistica e il cui lavoro ha
all'epoca profonde implicazioni per i fondamenti della meccanica. Nel primo di questi
lavori, Il principio delle adiabatiche ed i sistemi che non ammettono coordinate angolari,
scritto dopo appena un mese di soggiorno a Còttingen, Fermi definisce i limiti di validità
del principio delle adiabatiche di Ehrenfest, applicabile a un sistema meccanico in cui
le forze oppure i vincoli vengano continuamente modificati in funzione del tempo ma
lentissimamente in confronto ai periodi propri del sistema, ossia, secondo l'espressione
di Ehrenfest, "adiabaticamente". Nel secondo articolo scritto durante il suo soggiorno
a G6ttingen, Alcuni teoremi di meccanica analitica importanti per la teoria dei quanti,
Fermi mostra come sia possibile utilizzare il principio di Ehrenfest per quantizzare siste-
mi atomici a tre corpi, come la molecola di idrogeno ionizzata (composta da due protoni
e un elettrone orbitale) o l'atomo di elio (il nucleo e i due elettroni orbitali). Ehrenfest
consegna a George Eugene Uhlenbeck, che si recava a Roma, una lettera per Fermi nella
quale gli pone un certo numero di domande. In questa occasione Fermi e Uhlenbeck si
conoscono: rimarranno amici per tutta la vita. Probabilmente in seguito a queste circo-
stanze Fermi, deciderà di andare a Leida con una borsa Rockefeller nel settembre 1924,
dove, oltre al contatto con Ehrenfest, noto anche per i suoi fondamentali contributi alla
meccanica quantistica, Fermi conoscerà di persona scienziati come Hendrick Lorentz e
Albert Einstein (secondo la sua stessa testimonianza quest'ultimo prova per lui una "una
simpatia vivissima") e farà amicizia con alcuni giovani fisici come Samuel Goudsmit e Jan
Tinbergen. A parte l'amico Enrico Persico, con il quale ha una lunga amichevole consue-
tudine, Fermi non ha in Italia, tra i fisici in senso stretto, interlocutori competenti con
cui discutere delle sue ricerche sulla meccanica quantistica e sulla teoria della relatività.